Sorprende, nemmeno poi tanto, che a raccontare un’altra America, lontana dal mito che l’avvolge, siano due registi non americani, l’iraniano Amir Naderi e l’italo-eritreo Gianfranco Rosi, che hanno presentato alla Mostra due film che parlano entrambi di speranze disilluse, di sogni infranti, di vite sbandate senza possibilità di redenzione. In una parola, della fine del sogno americano. Si tratta di Vegas, in concorso, di Naderi, e Below sea level, di Rosi, in concorso nella sezione Orizzonti. Anche se in modi diversissimi questi due film ci raccontano il fallimento di coloro che non riescono ad inserire il proprio percorso di vita all’interno dei binari della società, come ripete più volte uno dei protagonisti del film di Rosi.

Nel film Vegas Eddy e Tracy, sono riusciti, a fatica, a vincere la schiavitù della febbre da gioco d’azzardo, e conducono una vita modesta ma dignitosa alla periferia di Las Vegas, insieme al loro figlio dodicenne Mitch. Hanno finalmente una casa tutta loro, con un giardino e un orto che Tracy cura con totale dedizione: quella casa è il simbolo della loro riuscita. Attraverso un totale dominio su di sé e sulle proprie passioni, la vita di Eddy e Tracy scorre tranquilla fino a quando un giorno un giovane, con uno stratagemma, si insinua nella loro vita e li convince che nel loro giardino perfetto si nasconde il bottino di una mitica rapina di quarant’anni prima. Questa notizia sconvolge i faticosi equilibri della coppia, aprendo una voragine che riporterà a galla tutte le passioni e le frustrazioni sopite: Eddy e Tracy iniziano a scavare ossessivamente alla ricerca dei soldi, ma mentre la donna riuscirà a fermarsi un attimo prima di cadere nel baratro, Eddy raggiungerà il fondo, tirando fuori tutta la brutalità e l’animalità che aveva represso. La loro esistenza, la loro famiglia, le loro speranze in una vita migliore andranno irrimediabilmente distrutte. Naderi conduce lo spettatore in questa progressiva discesa all’inferno costruendo un film claustrofobico e ansiogeno, nel quale la macchina da presa si sofferma in lunghe inquadrature sul deserto, arido e sconfinato, sul cui sfondo appare la scintillante città di Las Vegas. Vista da qui la città appare lontanissima, come lontanissimi sono i sogni e le possibilità che sembra promettere e da cui i protagonisti rimangono totalmente esclusi.

Below sea level è invece il risultato del lungo lavoro del regista Gianfranco Rosi che per quattro anni ha seguito da vicino la vita di un gruppo di homeless che vive in roulotte a quaranta metri sotto il livello del mare, in una base militare dismessa a 250 km a Sud Est di Los Angeles. Rosi porta sullo schermo la loro vita, i loro dialoghi, ne registra le speranze e le disillusioni, attraverso una forma a metà tra il documentario e la fiction, in cui si riflette, ci si commuove, si ride. Come ha dichiarato lo stesso regista “il film delinea una mappa di volti, parole e memorie nate a partire da circostanze del tutto particolari. Le storie che racconto sono attraversate da echi interni, riflessioni, esperienze, monologhi, ricordi, immagini e zone d’ombra”. Lily, Ken, Mike, Cindy, Sterling, Wayne e Carol non sono dei barboni: nella comunità cercano di ricreare condizioni di una vita normale, anche se parallela, e covano la speranza di tornare alla loro vita precedente, pur nella lucida consapevolezza che questo difficilmente potrà avvenire. Provengono quasi tutti da un passato dignitoso, c’è chi era dottore, chi faceva l’attore, chi lavorava al college, ma non ce l’hanno fatta e sono rimasti ai margini della società. In questo senso, i protagonisti di Below sea level  sono l’opposto di Eddy e Tracy, ma come loro, sono irrimediabilmente condannati allo stesso destino. A far da sfondo anche in questo caso il deserto, quello della California, che con la sua aridità evidenzia, ancora una volta, le difficili condizioni di vita dei protagonisti e con la sua lontananza dalla città diviene simbolo di un’esistenza ai margini. Due bei film, che nel panorama non proprio esaltante di questa Mostra si rivelano delle imperdibili sorprese.

 

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