C’era una volta… Zoe e Giordy, un’androgina bionda e un furetto moro, due giovani donne, due anime della stessa donna… S’incontrano in un luogo senza tempo, dove il tempo si è fermato e il dolore abita i corpi e le anime degli abitanti del luogo.

Zoe (Tanya Khabarova) non parla, è schiva legge in modo ossessivo un vecchio libro,una pagina di quel libro, una frase “più o meno all’altezza della zampa di coccodrillo”… Giodry (Paola Negrin) indossa una parrucca gialla da clown e cerca di entrare in contatto con Zoe con domande, curiosità, sorrisi, uno sguardo liquido che passa velocemente dalla gioia alla tristezza…

Gli uomini e le donne si trascinano come in un non tempo, in un non luogo: chi porta un crocifisso dipinto sulla schiena, reale quanto la sua sofferenza, chi si trascina a quattro zampe, chi parla ininterrottamente di dolore e abbandono.

Chi è abbandonato è l’Uomo con la U maiuscola, il Mondo, che sembra ristretto a quel giardino assolato, abbandonato dalla felicità, dalla pace, dall’arte come fosse stato rapito dal “mondo vero”, fosse vittima di  un incantesimo. Anche il personale medico che dovrebbe aiutare e curare i pazienti in realtà sono “vittime” loro stesse del dolore, di un mondo che non sembra esserci più  e che sembrano cercare. L’infermiera che spinge un carrello arrugginito con le medicine e dice che l’unica musica buona è quella delle ruote del carrello che cigolano ogni 12 metri sembra “pazza” e non lo sembra Zoe che chiede la musica  al dottor Doc perché ne ha bisogno per star bene.

Una macchina da presa ferma, ritrae come a  grandi quadri, come su un palcoscenico gli abitanti del luogo, questo luogo elegante che sembra un antico monumento, ma dall’aria abbandonata, trascurata…

Giordy cerca il “circo” dove poter essere se stessa, Zoe l’aquila che porta il bene nel modo tenuta prigioniera in un luogo sconosciuto. Così una notte le due ragazze trovano il coraggio di partire e intraprendono un viaggio verso  l’Albania (terra promessa) che è un viaggio dell’anima, della ricerca di libertà, di pace, di felicità.

Paola Negrin e Tanya Khabarova danno meravigliosamente bene corpo, anima e sguardo alle due protagoniste.

Racconto onirico, poetico Il volo di dio… più o meno ad altezza di zampa di coccodrillo di Francesca Garcea è una produzione indipendente dell’Associazione del Teatro dei contrari e dal teatro provengono i bravissimi attori (oltre a con Tanya Khabarova e Paola Negrin, Romano Talevi, Nicole Keherberger), in esclusiva al CineDetour da giovedì 17 a domenica 20.

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