Finalmente arriva anche al Cineclub Detour una delle produzioni più attese di questi ultimi mesi: RMHC 1989/1999 HARDCORE A ROMA. Un documentario sul decennio di esperienze della Roma Hardcore all’apice del suo sviluppo. Il racconto vissuto attraverso le voci di chi costruito la scena, l’ha vissuta, ha introdotto dei caratteri musicali e degli stilemi estetici ancora sconosciuti, fino a reinventarli sulla base delle necessità e possibilità locali.

Almeno fino ai nostri primi diciotto anni di età abbiamo vissuto senza telefonino. La cosa senilmente preoccupante è che oggi non ci ricordiamo nemmeno più con che tecnica sopperissimo allora a tale mancanza tecnologica. Non sappiamo che grado di saudade colpisca ora i Concrete, Timebomb o i Redemption. Proprio in quel periodo della nostra gioventù, mentre noi al massimo stavamo aspettando o facevamo aspettare qualcuno da “Disfunzioni musicali” senza poter avvertire, quei gruppi riuscivano a girare e conquistare l’Europa in tour senza google maps, l’euro e la minima idea di cosa fosse una email.

Nel suo ultimo libro Yu Hua scrive che un qualsiasi occidentale dovrebbe vivere quattro secoli per assistere agli stravolgimenti che i cinesi hanno visto in appena quarant’anni. I tempi trascorsi dall’inizio degli anni ’90 in ogni caso sembrano sideralmente distanti anche a noi, tanto più che – nel frattempo – i modi e tutto il senso di vivere un certo tipo di musica sono irremidiabilmente scomparsi e non torneranno più.
Giulio Squillacciotti da bravo storico dell’Arte Medievale qual è con il suo documentario RMHC – Hardcore a Roma 1989-1999, mette mano ad una mole impressionante di testimonianze, interviste, reliquie in Vhs redigendo una testimonanianza preziosissima di quella che forse è stata l’ultima generazione che ha potuto sperimentare, in una scarsezza di mezzi quasi comica, un senso di alterità minimamente consapevole rispetto al mondo del business musicale del mainstream.
Prima ancora di MtvItalia, gli mp3 italia e quella imprecisabile liquidità baumaniana eticamente consumista che ora rende assolutamente indistinguibile e indistinta la realtà dei Talent show, il Pigneto, il Brancaleone, H&M o una canzone de i Cani. Non potendo umanamente ricostruire la genealogia e il percorso temporale di una massa di band caleidoscopicamente sfilacciata tra le decine di realtà che si formavano, scioglievano o fondevano di continuo, Squillacciotti (con l’aiuto di Giordani nella scrittura) sceglie di concentrarsi sopratutto nella rappresentazione del mood e l’umore che ha inequivocabilmente contraddistinto quella scena.
A nostro modo di vedere il film rende decisamente bene lo spirito di un gruppo di persone che pur nell’isolamento neghittoso che gli riservava il resto della nicchia alternativa della capitale e di tutta la penisola riusciva ad autogestirsi perfettamente generando gag, concerti e situazioni proprie, ma non autoreferenziali. A nostro modo di vedere il regista ha mantenuto una mano assolutamente neutrale anche nel raccontare l’incidenza e il peso che la corrente Straight edge ha avuto su il tutto. Lo sguardo obiettivo sulla storia è anche confermato dal ricorso nemmeno troppo insistente alla musica del periodo, ma lasciando – in modo originale – ampi spazi alla chitarra folk di Gipsy Rufina. Il taglio volutamente non enciclopedico della pellicola, i siparietti dei Gemelli Marini, l’omaggio al mito Hornbyano della compilation istruttiva su audiocasetta o lo skate poi danno una vita propria a tutta la storia che la rende assolutamente godibile anche a chi non ha vissuto più o meno direttamente quella realtà.
Sperando di poter organizzare una rassegna interamente dedicata al genere con la proiezione simultanea di altri documentari simili tipo xxx ALL AGES xxx – The Boston Hardcore Film, sulla scena underground di Boston tra il 1981 e il 1984,  Salad Days: The Washington DC Punk Revolution, dedicata alla rivolta etica del giro dei Minor Threat e Henry Rollins o Torino Hardcore di Andrea Spinelli e Jacopo Chessa, Schermaglie è lieta di presentare intanto la visione (o l’ascolto) di RMHC al Cineclub Detour di Roma (Via Urbana, 107 metro Cavour ) Venerdì 4 maggio. Dalle ore 21:00. Ingresso con tessera. Per informazioni: www.cinedetour.it
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