Short Planet è la finestra che Arcipelago -Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove immagini – apre sul mondo. La formula “Concorso internazionale cortometraggi e nuove immagini” definisce correttamente il carattere multimediale delle proposte in gara che indicano le potenzialità da parte del cortometraggio di intraprendere strade nuove, liberando le immagini dagli elementi ai quali sono tradizionalmente e convenzionalmente legate. Questa sezione del Festival ha proposto un interessante ed eterogeneo gruppo di short film di varia provenienza geografica e culturale, ma soprattutto una moltitudine di idee e di sguardi capaci di penetrare la realtà nei suoi interstizi più remoti, battendo strade inesplorate e cogliendo suggestioni indefinite. Insieme ai film che affrontano temi radicati nell’attualità, sono stati proiettati virtuosi lavori d’animazione e corti in 3D, che rivelano il forte interesse contemporaneo nei confronti dei nuovi linguaggi tecnologici.

I corti di Short Planet vedono nella forma filmica del cortometraggio un valido terreno di sperimentazione. Nel suo perimetro spazio-temporale le immagini si offrono, liberando se stesse dalla "dittatura" del testo narrativo e vivendo di vita propria, in un regime in cui può essere spezzato definitivamente il legame ontologico tra la realtà e le immagini che la rappresentano.

Trentanove film in concorso nel segno della pluralità. Di temi e di stili. L’eutanasia, il campo di concentramento, i difficili rapporti familiari. Ma anche le allucinazioni animate in un videoclip, le città viste dalle gru o il lisergico giro in bici dell’uomo che inventò l’Lsd. Il Premio Miglior Cortometraggio è andato al francese Tony Zoreil, corto di venti minuti, emblematico nell’ibridare elementi del cinema fantastico con un tono di straziante realismo. Tony ha una malformazione fisica: due orecchie grandissime che gli amplificano l’apparato uditivo. La sua “diversità” lo confina in una vita di solitudine finché non trova l’amore della sua vita, una ragazza con il suo stesso difetto. L’incontro si risolverà in un fatale fallimento. Per forza visiva e accuratezza formale, oltre che per l’originalità del soggetto, ha meritatamente conquistato il premio.

Hanno avuto poi un certo rilievo un gruppo di film che ha affrontato grandi temi, come Don Roberto Skugga (Premio Speciale della Giuria), documentario svedese che racconta la storia di Roberto Saldivar, prigioniero nel 1973 in un campo di concentramento nel Nord del Cile, il Cile di Pinochet. Attraverso i suoi lunghi silenzi, il suo volto rugoso, i suoi occhi intensi, entriamo nei pensieri di un uomo che ha scelto di passare gli ultimi anni di vita proprio nel luogo spettrale che un tempo fu teatro di atroci crudeltà e che oggi rappresenta per lui la libertà riconquistata. In Alumbramiento, film spagnolo che ha ricevuto una menzione speciale, il tema centrale è l’eutanasia. Il film è particolarmente crudo nel mostrare la sofferenza fisica di una donna anziana nei confronti della quale il figlio (medico) si accanisce con continue iniezioni per tenerla in vita. Ha’ Hufsha, film israeliano, racconta il difficile rapporto tra padre e figlio. In Permesso premio un padre detenuto ha l’opportunità di incontrare il figlio, ma è posto di fronte ad una scelta drammatica: fuggire in America, grazie all'aiuto degli amici, o accettare la detenzione e recuperare definitivamente il rapporto con il figlio.

Si sono evidenziati in particolare anche quei film di animazione, visivamente molto suggestivi, che hanno arricchito la rassegna. Come Bycicle Trip degli italiani L. Veracini, N. Nambiar, M. Avoletta, i quali hanno immaginato il celebre “viaggio” in bicicletta di Albert Hoffman realizzandolo in 3D; o il francese Dans la peau in cui i tatuaggi di due corpi nudi si animano e danno vita parallelamente a un intreccio erotico fortemente coinvolgente.

Altri corti hanno usato un approccio metaforico condito di umorismo per trattare contenuti di stretta attualità come Un santo para Telmo, film spassoso che attraverso il calcio ci parla di integrazione razziale. In questo caso l’universalità del tema si localizza in uno sperduto paese argentino, la cui squadra di calcio compra un forte calciatore brasiliano nero per risollevarne le sorti. In Des obseques de principe le divisioni di una famiglia si manifestano di fronte al feretro del capofamiglia morto quando scoprono che, a causa di un equivoco, dentro la bara c’è un’altra persona.

City of Cranes (Regno Unito) si è distinto per originalità: quattordici minuti sospesi nel cielo a sposare lo sguardo panoramico dei manovratori di gru. Il ritmo di lavoro è scandito da movimenti alti e lenti e i racconti dei lavoratori offrono un profilo di Londra inedito.       

The Short Planet, il concorso internazionale di Arcipelago, ci dà la misura di quali siano i modi per accedere alla realtà contemporanea, sempre più indefinita e complessa, che esige uno sguardo nuovo per riscriverla sullo schermo, uno sguardo che deve necessariamente cogliere la scorrevolezza di dinamiche sociali e relazionali ormai irreversibilmente destrutturate.   

 

I vincitori di Arcipelago 2008

 

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