ITALIANA.DOC/ Cyop&kaf è la sigla di un progetto di intervento artistico che da più di un decennio opera nella città di Napoli in maniera massiva e profonda. La sua espressione prediletta è il writing: i graffiti siglati cyop&kaf riempiono e colorano i muri della città, sono parte integrante ormai del suo arredo urbano, traccia impossibile da ignorare anche per il turista o il passante frettoloso. I suoi personaggi dai profili un po’ mostruosi e un po’ buffi, disegnati ovunque, dal centro storico alla periferia, sono probabilmente la migliore sonda esistente oggi a Napoli per coglierne il clima di disagio e inquietudine culturale e sociale; ma rappresentano prima di tutto una forma di riappropriazione, dal basso e senza chiedere a nessuno il permesso, di territori che la malavita, l’indifferenza dello Stato, l’alienazione urbana vorrebbero terra di nessuno.

A partire da questo Torino Film Festival campo d’interesse e d’azione di cyop&kaf è ufficialmente anche il cinema attraverso Il segreto – presentato in concorso nella sezione Italiana.doc e insignito di una menzione speciale – che prosegue il discorso con altri mezzi ma in perfetta continuità. Il documentario pedina una banda di ragazzini, tutti tra gli 8 e i 13 anni, abitanti dei popolarissimi Quartieri spagnoli, che subito dopo l’Epifania vanno a caccia di alberi di Natale appena dismessi: si preparano alla celebrazione del «cippo» di Sant’Antonio (17 gennaio), rito in cui viene appiccato un fuoco, il più alto e continuo possibile, in onore del santo. La «preparazione» consiste dunque nella raccolta della legna, in competizione con le bande dei quartieri limitrofi, e nella custodia del bottino in un luogo da difendere dalle incursioni dei rivali e delle forze dell’ordine, uno spazio abbandonato da anni dopo l’abbattimento dei palazzi circostanti a seguito del terremoto del 1980: il segreto.

Camera a mano, sporca e sempre in movimento, il documentario è tutto dentro l’azione dei ragazzini, che ogni pomeriggio partono a caccia, spesso varcando i confini del quartiere per spingersi nei rioni più ricchi ed eleganti dove trovare, presso negozi, alberghi e persino case private, gli abeti più alti e più pregiati. L’adesione della camera ai piccoli protagonisti, mentre approntano ingenui piani di guerra, trascinano per stretti vicoli grossi tronchi o sfidano i vigili urbani, è il frutto di un lavoro di conoscenza e ambientamento tale da renderla il meno presente possibile: l’obiettivo è preservare la naturalezza dei ragazzi e ottenere uno «sguardo interno», libero da stereotipi e interpretazioni preconfezionate.

Grezzo ed energico, Il segreto – prodotto meritoriamente da Antonella Di Nocera per Parallelo 41 e Luca Rossomando (anche soggettista) per Monitor – mostra così un occhio privilegiato su un quartiere e su una città, di cui in questi anni abbondano rappresentazioni comode e consunte. Lo fa significativamente attraverso i suoi scugnizzi, cercando una rappresentazione il più pura e «primitiva» possibile. Cinema politico senza didascalismi: come un film d’azione, tutto in strada, sempre in strada, che rispecchia evidentemente l’idea dell’arte di cyop&kaf. Questi ragazzini che si appostano nei vicoli e attendono con pazienza il momento giusto per portare via gli alberi, poi scappano per mettersi al sicuro e difendono il bottino, sembrano muoversi nella città come in un campo da gioco, elevando la vita ad avventura quotidiana nonostante la realtà adulta dica di un presente tragico. E assomigliano in tutto ai writers che la società ancora vuole fuorilegge, pennelli e spray veloci e anonimi per necessità, che pure negli ultimi anni hanno installato a Napoli un’eloquente mostra permanente a cielo aperto.

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