Inaugura il 7 aprile 2011 alle ore 19.00 presso la Galleria Doozo Fotograffiti 1996-2008, la mostra fotografica di Sergio Fasciani che riporta in vita un periodo storico di particolare effervescenza nel paesaggio artistico romano dei primi anni ’90. Il progetto nasce nel 1995 con l’intenzione di applicare alla fotografia le teorie della luce, della relatività e della fisica quantistica, argomenti particolarmente cari al fotografo romano. Gli artisti coinvolti in questo esperimento fotografico collettivo: Claudio Abate, Betta Benassi, Paolo Canevari, Bruno Ceccobelli, Marco Colazzo, Gianni Dessì, Stefano Di Stasio, Rossella Fumasoni, Paola Gandolfi, Nino Giammarco, Felice Levini, H.H. Lim, Giancarlo Limoni, Nunzio, Claudio Palmieri, Anna Paparatti, Claudia Peill, Piero Pizzicannella, Oliviero Rainaldi, Barbara Salvucci, Sergio Sarra, Marco Tirelli, Adrian Tranquilli, H. Robin Kennedy. Il titolo è carico di significato. La parola fotograffito, coniata dallo stesso Fasciani, indica la tecnica con cui ha realizzato i suoi ritratti. A partire dall’etimologia di “fotografia” nasce una parola composta foto-graffito che fa coincidere due termini intrisi di storia, di arte, di filosofia e di scienza: la luce e il graffito. La luce (e tutta la radiazione elettromagnetica), un evento che per Fasciani è da ricondurre essenzialmente alla scienza. Il graffito, il gesto artistico primigenio, l’atto primordiale che dimostra quell’istinto creativo insito nell’essere umano.  

Ma i fotograffiti di Sergio Fasciani sono sostanzialmente dei ritratti fotografici che necessitano di una vera e propria regia e come racconta lo stesso Fasciani “Sono dei piccoli film che danno come risultato un’immagine fissa”. Un’immagine che può racchiudere anche tre ore di lavoro in cui l’artista coinvolto è invitato a disegnare al buio, perdendo così ogni riferimento spaziale, munito di una lampadina tascabile. Solo dopo, in un momento e in un luogo deciso con il fotografo prima dell’azione, viene illuminato per essere ritratto con il suo disegno di luce e diventare così parte dell’opera fotografica. A livello puramente estetico, i fotograffiti di Fasciani ricordano una serie di esperimenti che Picasso mise in pratica nel documentario di Paul Haesaerts Bezoek aan Picasso, il primo dedicato interamente a Pablo Picasso. Iniziato nel 1949 e concluso un anno dopo, l’esperimento consiste nel riprendere l’artista mentre dipinge sul vetro davanti a lui, tecnica utilizzata in seguito in molti documentari sull’arte. L’effetto finale con Picasso dietro lo specchio circondato dal suo disegno, ricorda molto le opere di Fasciani realizzate con gli artisti romani. Come Picasso che propone i suoi animali-simbolo, anche loro scelgono di disegnare i loro soggetti preferiti, le icone che li rappresentano, e vengono anch’essi ritratti con le loro opere. Tecniche e soggetti diversi, Picasso e il cinema di Haesaerts, gli artisti romani degli anni ’90 e la fotografia di Fasciani, ma la stessa voglia di sperimentare. 

Fotograffiti 1996-2008 di Sergio Fasciani

7 aprile – 5 giugno 2011  – Galleria Doozo  – Via Palermo 51/53, Roma         

orari galleria: dal martedì al sabato 12-22

tel 064815655email info@doozo.itwww.doozo.it

 

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