[**] – C’è una porzione di mondo che ama molto Emidio Greco, un’altra ancora che quando sente il suo nome rimane indifferente o potrebbe incorrere in un errore di omonimia, infine c’è una terza parte dell’ecumene terrestre che non riesce ad apprezzarlo come autore di cinema, in questa piccolo resto ci sono gli “infuriati” contro di lui, quelli che dicono “sì, ma…”, i “per me il cinema è azione”, coloro che risolvono la loro valutazione con “troppo lento…” e un cospicuo numero ricorre a “la poesia non fa per me”. Finché gli innamorati di Emidio Greco stanno distanti da quelli che non lo conoscono e da quelli che non lo apprezzano non nascono problemi di sorta. Ognuno sta per conto suo e questioni non se ne creano. Inciampi non li provoca nemmeno la frequentazione tra gli appassionati del nostro autore e gli indifferenti, anche se potrebbero finire col guardarsi con sospetto.  Invece un vero e proprio conflitto, con conseguenze difficili da controllare, lo può provocare l’imprevista unione, amicizia, conoscenza e/o convivenza tra la prima porzione di mondo che ama Emidio Greco e la terza e piccola parte che non sa ancora di non amarlo, che però finirà per non amarlo dopo essersi imbattuto nei suoi film grazie a un elemento del primo gruppo. La possibilità che una tale situazione si verifichi è bassa  – chi l’ha detto che è bassa? Be’, perché si tratta di minoranze, no? – ma può succedere.

E’ capitato a un mio amico che aveva dato un appuntamento a quella che sarebbe diventata sua moglie (sì, c’è il lieto fine!) per vedere L’uomo privato, il film precedente di Greco (mi perdoni, se la chiamo solo per cognome), a quello attualmente nelle sale: Notizie degli scavi. Per una circostanza assolutamente imprevedibile lei ha visto il film senza di lui che era rimasto bloccato nel traffico di Roma, prima di entrare in sala si sono dati appuntamento al termine della proiezione con un sms. Appena i due si sono ricongiunti lei ha iniziato a maledire il mio amico per quanto le aveva fatto vedere, come mai poteva piacergli un autore del genere e con l’occasione la dolce fanciulla e futura sposa non aveva rinunciato a vendicarsi di alcuni precedenti lasciati in sospeso nella loro relazione. Il mio amico ha provato in ogni modo a placare la belva, cercando giustificazioni intellettuali piuttosto interessanti, tanto da scagionare il peso del costo del biglietto ma non c’è stato verso. Era irritata, innervosita, del tipo: “Ma cosa mi hai portato a vedere?”. Ancora oggi quando ricorda quell’episodio gli occhi le vanno in cielo per la rabbia.

Greco, non se la prenda per queste espressioni, come dice il proverbio: tra moglie e marito non mettere il dito, anche se i due non erano ancora sposi e in quella circostanza stavano per lasciarsi una volta per tutte. Come già detto, dopo numerose offerte votive il mio amico fu riammesso tra le braccia di quella che lì a un anno diventò la sua consorte per la vita.  Guardando Notizie dagli scavi m’è tornata in mente questa storiella, perché non credo di rientrare liscio liscio in una delle sottosezioni o sezioni superiori di mondo sopra descritte, quanto più in una posizione intermedia, precisamente a metà strada tra la volenterosa fiducia donata dal mio amico a L’uomo privato e la irritante reazione provocata nella sua compagna dalla visione.

Sì, il racconto di Lucentini degli anni Sessanta da cui è tratto l’ultimo film deve essere sicuramente bello (lo dicono un po’ tutti in giro e quando mi capita lo leggerò), però questa trasposizione cinematografica che lascia lo spettatore incerto su dove ci si trovi realmente, con delle prostitute che non credo – non ne ho esperienza – siano più così, con quei dialoghi letterari e desueti, con una recitazione fuori misura almeno quel tanto che ci permette di ricordarci che stanno recitando, risulta essere piuttosto frustrante. Stesso discorso per la coppia di attori protagonisti. Giuseppe Battiston nella parte del “professore”, una specie di Forrest Gump, mal sopportato dalle donne di una casa di appuntamenti dov’è impiegato come factotum, non mi pare riesca a esprimersi al meglio. Lo stesso può dirsi per Ambra Angiolini, nel ruolo di una prostituta che ha tentato un suicidio, se ne intuisce la bravura, senza che si riesca a capire veramente quanto lo sia. Tra i due nasce un amore? Può darsi, chissà, potrebbe, nonostante le differenze e grazie alla visita archeologica e rivelatrice – di cosa?, non saprei… – del “professore” a Villa Adriana non è escluso.

In breve: la bellezza delle inquadrature, come anche la composizione delle scene di Notizie dagli scavi provocano un’attesa per qualcosa di più grande e compiuto che nel film non arriva mai, così quella buona propensione dello sguardo finisce per rovesciarsi in fastidio e accecamento degli occhi e conseguente rabbia, la stessa che colpì la moglie del mio amico, prima che fossero sposati, lasciata solo con un film di Emido Greco.

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