Come ogni estate, da ormai ben 62 anni, Locarno ospita per dieci giorni, sino al 15 di agosto, l’omonimo festival del film: un appuntamento atteso con impazienza da una folla di affezionati composta da un pubblico entusiasta e da un cospicuo numero di addetti ai lavori.

Locarno,  festival di categoria A,  nonostante le sue dimensioni proteiformi – 390 film, fra cui 180 lungometraggi, una decina di sezioni, 11 sale sparse intorno al punto nevralgico di Piazza Grande – ha saputo conservare nel tempo un carattere aperto e conviviale,  come una grande festa di famiglia dove, una volta all’anno, ci si ritrova per condividere una bella esperienza di cinema, fatta di scoperte, di opere innovative, di giovani talenti.

“Una vetrina, un sismografo, un laboratorio…” il 62esimo festival di Locarno si definisce attraverso questi obiettivi. Questa edizione costituisce un momento particolare per la storia del festival; sarà infatti l’ultima per Frèdéric Maire che ha diretto la manifestazione per quattro anni dandole un notevole impulso.

Il grande evento di quest’anno è indubbiamente Manga Impact: The word of japanese animation, una vasta retrospettiva dedicata all’animazione giapponese che dovrebbe permetterci di abbordare questa galassia così vasta e complessa e di misurarne l’impatto sul cinema occidentale. Manga Impact  è stato organizzato in collaborazione con il Museo nazionale del cinema di Torino dove il progetto troverà un’ulteriore spazio di esposizione fino a gennaio del 2010.

Scorrendo il ricchissimo programma della manifestazione si ha la netta impressione di trovarsi di fronte ad un vero e proprio festival “ parallelo” . Saranno proiettati una trentina di lungometraggi; dal primo, The Legend of the White Snake (1958) fino al più recente The Sky Crawlers (2008), si potranno ammirare  le opere dei grandi maestri del genere come Cleopatra: Queen of Sex, One Thousand and One Nights, di Osamu Tezuka e scoprire dei film rari, controcorrente, rispetto ai canoni del genere come Belladonna of Sadness, 5 Centimeters per Second, The Book of the Dead. Verranno proposti inoltre: una ventina di serie TV, dei cortometraggi nonché un’insieme di programmi tematici e di omaggi arricchiti da incontri col pubblico e da workshop.

Il progetto Manga Impact sarà festeggiato anche in Piazza Grande con tre appuntamenti: “notte manga”, una serata interamente dedicata all’animazione giapponese “, la proiezione in prima mondiale dell’attesissimo Redline di Takeshi Koike e infine quella del capolavoro di Isao Takahata, Pom Poko (1994) in presenza del regista.

La selezione di questa 62esima edizione del festival di Locarno, estremamente ampia ed eclettica, si articola intorno a cinque sezioni principali, tre sezioni competitive: Il Concorso internazionale, Il Concorso cineasti del presente e Il Concorso Pardi di domani  e due sezioni non competitive : Piazza Grande e Ici et ailleurs. Impossibile, di fronte al numero di film programmati, farne una recensione completa; citerò in questa sede le opere che, di primo acchito, risvegliano il mio interesse pur sapendo che restano molti capolavori ancora da scoprire nei prossimi giorni.

Ecco dunque il mio filo di Arianna nel labirinto delle proiezioni del festival. Fra i 18 film del Concorso Internazionale ritroviamo le opere di due cineasti famosi: Masahiro Kobayashi, vincitore del Pardo d’Oro 2007, prenderà parte alla competizione con Wakaranai e  Eugène Green, un regista che ha da sempre elaborato un suo linguaggio molto personale, con A Religiosa Portuguesa un film dedicato al fado e a Lisbona. Citeremo inoltre tre giovani talenti che affrontano nei loro film le tematiche dell’immigrazione e dell’identità nazionale: Guo Xiaolù, regista e scrittrice cinese stabilita in Inghilterra  descrive in She, a Chinese  lo sradicamento di una giovane cinese nel suo paese di adozione. Filippos Tsitos presenta Akadimia Platonos, una commedia agro-dolce che tratta il problema del nazionalismo nella Grecia di oggi. Babak Jalali, nuova promessa del cinema iraniano, ci offre in Frontier Blues un quadro vivace e poetico della vita in un paesino sperduto alla frontiera con il Turkmenistan.

Il Concorso Cineasti del presente che presenta tradizionalmente delle opere più radicali con un approccio, uno stile ed un soggetto innovativo accoglie quest’anno fra i 17 film selezionati un veterano del documentario, lo svizzero Richard Dindo, con The Marsdreamers, il suo primo film girato negli Stati Uniti, uno studio ironico e divertito di un gruppo di persone che progetta l’avvenire del nostro mondo su Marte! Tre pellicole dal carattere molto particolare, inventive ed originali provengono dall’America Latina. Il regista argentino Alejo Mogouillansky affronta nel suo film Castro il soggetto del ritmo e del movimento attraverso un trattamento pieno di fantasia. Il secondo argentino in competizione, Matias Piñero, tratta con senso ludico  i meccanismi della narrazione in Todos mienten, infine due giovani registi brasiliani Felipe Bragança e Marina Meliande ci poropongono una road movie musicale esilarante, autoprodotta e girata in solo otto giorni: A Fuga, a raiva, a danca, a bunda, a boca, a calma, a vida da mulher gorilla. L’Italia è rappresentata da Corso Salani con Mirna, da Stefano Savona con Piombo Fuso, un documentario coraggioso e toccante  girato nella striscia di Gaza durante gli attacchi israeliani e da Pasquale Marrazzo con Sogno il mondo il venerdì, una commedia musicale che si svolge a Milano e traccia la vita di sei personaggi alla ricerca della felicità.

Ici et Ailleurs, sezione non competitiva, è un foro aperto ai film che si confrontano con i problemi della nostra società stimolando il dibattito e la riflessione.

La selezione di quest’anno conta una trentina di opere, di diversi formati, fra queste ben dieci film “made in Italy” che ci offrono un ampio panorama della produzione recente nell’ambito del documentario e del film d’arte del nostro paese. Vorremmo menzionare inoltre il film di Sepideh Farsi, Teheran sans autorisation: un documentario sulla vita quotidiana della città filmato con un cellulare, senza restrizioni e senza censura. E Après la chute, del regista curdo iracheno Hiner Saleem, cronaca delle r
eazioni di un gruppo di esuli iracheni in una casa della periferia di Parigi davanti alle notizie, trasmesse dalla televisione in diretta, della caduta di Saddam Hussein. Il programma di Piazza Grande ci presenta quest’anno una serie di film prestigiosi,  – constatiamo con piacere l’assenza di grossi blockbuster Hollywoodiani-  fra cui spiccano a mio avviso, oltre alle già citate opere Manga,  La Guerre des fils de lumière contre les fils des ténèbres, di Amos Gïtai, tratto dal suo spettacolo presentato  qualche giorno fa al Festival di Avignone e interpretato da Jeanne Moreau, l’ultimo  lavoro di Nick Kassavetes, My Sister’s Keeper con Cameron Diaz e Jason Patric, Les derniers jours du monde dei  cineasti francesi Arnaud e Jean-Marie Larrieu con Mathieu Amalric e Petit Indi, del cineasta catalano Marc Rech, un romanzo di formazione, con Sergi Lopez e Eduardo Noriega.

Open Doors, il laboratorio di co-produzione del festival, è dedicato quest’anno al cinema cinese continentale e al cinema di Hong Kong e di Taiwan. Open Doors, che ha  per vocazione di mettere in contatto i giovani registi di paesi emergenti con il mondo dell’industria, propone al pubblico anche una retrospettiva di film dell’area prescelta.

Per quanto riguarda la presenza del cinema nostrano  a Locarno  bisogna purtroppo constatare che nessun film italiano è stato selezionato quest’anno per il Concorso Internazionale.  Come abbiamo già detto Corso Salani, Stefano Savona e Pasquale Marazzo partecipano al Concorso Cineasti del presente. Franke Frigo compete con il suo corto Diesis1 per la prestigiosa ricompensa dei Pardi di domani. Scarsamente rappresentato in competizione il cinema italiano si trova presente in forza in Ici et ailleurs con ben dieci produzioni. Due eventi speciali sono inoltre organizzati in onore di Toni Servillo e Pippo Delbono.Toni Servillo riceverà  il prestigioso Excellence Award 2009 , assegnato prima di lui a John Malkovich, Willem Dafoe o ancora Michel Piccoli. A Pippo Delbono è dedicata una retrospettiva; potremo vedere l’insieme dei suoi lavori per il cinema e la televisione, fra cui, in prima internazionale, il suo ultimo lungometraggio, girato con un telefono cellulare, La Paura.

Se ti è piaciuto quello che hai letto, perché non lo condividi?
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.