Las Acacias di Pablo Giorgelli, ricompensata con la Caméra d’Or al festival di Cannes di quest’anno, é un’opera sensibile ed intimista, piena di pudore, sobria ma vibrante di emozione e di calore umano.

La vicenda, in sé semplice e lineare, é attraversata da una moltitudine di stati d’animo che arricchiscono la trama come un ricamo in controluce. Rubén, un camionista argentino che trasporta un pesante carico di tronchi d’acacia dal Paraguay verso l’Argentina, accetta di dare un passaggio ad una giovane donna paraguaiana, Jacinta, che lo sta aspettando sul bordo della strada a qualche metro dal confine. Una volta sul posto il protagonista, un uomo sulla cinquantina chiuso e taciturno, scopre che Jacinta non é sola: fra le sue braccia tiene una bimba di sei mesi. Contrariato Rubén accetta di malavoglia di prendere le due passeggere a bordo: inizia così un lungo e faticosissimo viaggio di 1500 km fra Asunciòn e Buenos Aires.

Questo tragitto si trasforma impercettibilmente in un viaggio interiore per Rubén che comincia a riscoprire se stesso, i suoi sentimenti e tutto un universo affettivo che  pensava di avere perso per sempre. Optando per una messa in scena in sé non priva di rischi, il regista sceglie di filmare i suoi protagonisti da vicino, confinando spesso la cinepresa nell’esiguo spazio della cabina di guida del camion. Più che alla parola, il dialogo fra Rubén e Jaginta é affidato ai loro sguardi che si incrociano in uno scambio continuo di campo-contro campo. Il muro di diffidenza ed incomunicabilità fra i due personaggi é lentamente minato dallo sguardo innocente e potentemente disarmante del bebé che, poco a poco, riesce a fondere la corazza di Rubén. Giorgelli riesce a rendere palpabile il senso del tempo che passa, la lunghezza e la fatica fisica del viaggio trasponendoci, attraverso il rumore costante e monotono del motore e l’immagine spesso vibrante, in una specie di trance ipnotica.

Scenografia e fotografia s’integrano in modo organico al tono pacato del film attraverso l’uso della luce naturale ed a una scelta di colori quasi spenti, polverosi come i bordi della lunghissima strada costeggiata dai protagonisti. Giorgelli crea un’atmosfera nostalgica e vagamente fuori dal tempo per una storia, in un certo senso, archetipica ed universale: con un raro senso della misura riesce a descrivere il travaglio di un uomo ed il suo cammino verso la sua rinascita interiore. Las Acacias é uno di quei film preziosi che, delicatamente, sanno aprire uno spiraglio di speranza e fiducia nella vita.

Certamente uno fra i discorsi più commoventi ed entusiasti durante la cerimonia di premiazione dell’ultimo festival di Cannes é stato quello di Pablo Giorgelli, fra i primi a salire sul palco per ricevere la prestigiosa Caméra d’Or, premio conferito dalla giuria alla migliore opera prima. Ho incontrato il regista in occasione della ripresa della Semaine de la critique alla  Cinémathèque française a Parigi: con grande generosità e simpatia ha accettato di fare luce su vari aspetti del suo lavoro.

Las Acacias è proiettato in questi giorni a Cannes a  Roma.

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