Al cinema Aquila (Roma) fino al 19 marzo. "Lungo una terra di frontiera in cui si incrociano silenzi intensi e vitalità sommerse, scorre il Tagliamento, il 'Re dei fiumi alpini'. Spina dorsale di una regione che è stata snodo e crocevia nella storia d'Europa, il fiume è il protagonista di un racconto che indaga la forza della natura e le sue possibilità di resistenza, la quotidianità degli uomini e delle donne, e le loro forme di ostinazione, perché l'acqua è provvista di memoria", racconta Alberto Fasulo autore del soprendente "documentario narrativo" Rumore Bianco http://www.filmrumorebianco.com/.

Il film, presentato in concorso all’ultimo Festival dei Popoli di Firenze, ci mostra il viaggio del fiume Tagliamento, corso d'acqua frastagliato che ricopre una lunghezza di circa 170 Km, attraversando Friuli Venezia Giulia e Veneto, dalla sorgente alla foce, ovvero dal Passo della Mauria, 1195 metri di quota, al Golfo di Venezia. Paesaggio ipnotico la cui diffusa mutevolezza riesce ad accostare in un unico piano sequenza dell'anima paludi, dighe, montagne e poi ancora bombe inesplose, allevamenti ittici, esperimenti scientifici e le vite che scorrono nelle piccole comunità sparse lungo gli argini. La presenza umana è dunque quella dei vecchi che ricordano e raccontano specchiandosi un poco nella memoria del fiume, di chi accudisce il fiume con il lavoro, di chi lo osserva con l'occhio giovane e il pensiero scientifico sospeso tra stupore e verifica. Fasulo e il suo fonico hanno attraversato il territorio registrandone il tutto in una meravigliosa presa diretta: il "rumore bianco" appare così più un'amplificazione del suono di fondo, acqueo, dilatato e naturale, che una metafora postmoderna sull'alienazione prodotta dai vari progressi della civiltà delle tecnologie e dei consumi.       

  

L'inserimento di materiale di repertorio riesce a verticalizzare la percezione lungo gli eventi storici delle due guerre mondiali accaduti nei luoghi, mentre il tessuto sonoro, composto di rumori ambientali e di musica elettronica, non cessa di produrre una amniotica continuità nella percezione dei diversi spazi e tempi. Quello che viene detto sembra avere un senso altro, non verbale: un'intensità in qualche modo epidermica che restituisce forza alla presenza. C'è apertura verso quello che si osserva e si vive, sembrerebbe, senza pregiudizio né volontà di conferma di quanto già si conosce. L'autore sembra voler esperire, ascoltare e imparare. E significativa, in questo senso, appare la scelta espressiva di rifiutare l'uso della voce fuori campo. Il film finisce appena un minuto prima che il Tagliamento arrivi alla foce, così da lasciare all'immaginazione dello spettatore ciò che può essere la fine del fiume e l'entrata nel mare.   

I 40 Comuni bagnati dalle acque del Tagliamento, attraverso il "Protocollo d'Intesa Rumore Bianco", hanno contribuito al finanziamento della produzione del film che – scelta magnifica- è stato girato interamente in pellicola.

Rumore Bianco ha una distribuzione nelle sale la cui mappa dettagliata è consultabile sul sito del film. A Roma è proiettato al Nuovo Cinema Aquila (http://cinemaaquila.com/index.php/programmazione/film/rumore-bianco) fino al 19 di Marzo. Da non perdere. 

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