Il vecchio cinema Eden del quartiere Prati, a Roma, è ormai una bella multisala con quattro schermi e ciò porta con se’ alcune criticità tipiche di questa non ottimale tipologia di cinema, ma in compenso ha consentito al vecchio Eden di superare indenne gli ultimi burrascosi dieci anni con crisi, crisette e la follia del Bingo. Follia che ha investito, invece, in pieno il suo vicino “Cola di Rienzo” ormai tristemente destinato a questo “bizzarro” svago di importazione. E così l’Eden, consentitemi di chiamarlo ancora così – che Eden Film Center è abbastanza improponibile – continua ad essere un solido riferimento per le serate ed i pomeriggi degli abitanti del quartiere, nonostante che a poche centinaia di metri navighi quella corazzata inaffondabile della multisala Adriano che condiziona non poco le scelte e la programmazione di questo cinema che, con i suoi circa 550 posti totali, deve necessariamente giocare di sponda rispetto ai 2.330 dell’ingombrante vicino.

L’Eden si destreggia assai bene, proponendo una programmazione di qualità, pur con un occhio ad una alta diffusione, alternando così autori italiani a pellicole reduci dai più importanti festival europei. La scelta sembra funzionare bene, visto che i residenti del quartiere – e non solo – garantiscono alla sala  discreti pienoni anche per film, a volte, non proprio popolari.  L’atmosfera che si respira nello stretto foyer (ecco uno dei mali peggiori delle multisale: non ci sono più foyer spaziosi ed accoglienti anche se, grazie al clima mite della capitale, si può spaziare all’aperto – dove peraltro è ospitato un busto dedicato a Totò) è uno spaccato abbastanza fedele del tessuto sociale che popola il quartiere (anzi di chi ama il cinema e popola il quartiere). Gli spettatori rispecchiano, infatti, una media borghesia composta da professionisti, negozianti e studenti universitari, tutti con un approccio al buio della sala abbastanza interessato e quasi mai distratto. Certo, qualcuno che chiacchiera in sala durante un serrato dialogo tra gli interpreti del Regista di matrimoni c’è sempre, ma la sala è piena e spesso resistono molte settimane anche pellicole non proprio facilissime che in altre sale soccombono molto – troppo – rapidamente. Le sale sono quattro e tutte accessibili ai disabili, la più grande è la sala 1 con 260 posti, poi la 2 con 113 posti, la 3 e la 4 sono quasi uguali con 86 e 90 posti.

Il comfort interno non è eccezionale, ma qualcosa da bere al bar ed un caffè è possibile ottenerli. Nei dintorni, comunque, si trova praticamente qualunque tipo di conforto gastronomico possiate desiderare. Nei dintorni possiamo infatti deliziarci con due dei migliori gelati di Roma e peraltro di due “scuole” completamente diverse: su Via Cola Di Rienzo, lato opposto al Cinema quasi sulla piazza c’è il bar “Pellacchia”, che realizza gelati di crema strepitosi e molto tradizionali, mentre in Via Dei Gracchi, praticamente all’altezza del Cinema c’è la “Gelateria dei Gracchi”, che coltiva una tradizione più di scuola siciliana (provare il gelato alla mandorla e quello al pistacchio).

Per una cena dopocinema l’offerta è vasta, ma chi scrive si limita ad indicare il ristorante “L’Arcangelo” in Via Belli (traversa di Via Cicerone, a destra andando verso Piazza Cavour). Qui troviamo una buona cantina ed una cucina raffinata, ma molto attenta alla leggerezza ed alla fragranza dei piatti, mai “uccisi” da cotture e/o condimenti troppo invadenti, la sala è molto tradizionale con boiserie in mogano alle pareti e tavoli abbastanza distanziati tra di loro, luogo ideale per commentare un film aiutati da un vino appropriato. Parcheggiare la macchina non è semplice, ma la domenica e il sabato sera potete provare a fare un giretto tra Via dei Gracchi, Via Farnese o Via Pompeo Magno, qui è più facile che troviate un posto, perché tentare alle spalle del cinema è assai più complicato, anche a causa della vicinanza dell’Adriano che nonostante i quasi 2500 posti non ha in dotazione nemmeno lo straccio di un parcheggio dedicato (misteri dell’urbanistica…).

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