Dal 16 al 25 marzo sul sito: www.univercine.com  una rassegna dei film in competizione al festival del documentario Cinéma du Réel.

Il 5 marzo si è inaugurata a Parigi la 31esima edizione del festival del cinema documentario Cinéma du Réel, un appuntamento d’importanza internazionale molto atteso tanto dagli addetti ai lavori quanto dal pubblico locale che lo segue da sempre con autentico interesse e grande entusiasmo.

Durante i suoi 12 giorni, la manifestazione, che ha luogo al Centre Pompidou, ci invita a percorrere i “mille luoghi” del nostro mondo con uno sguardo critico, attento, investigatore e pieno di emozioni.

Il Cinéma du Réel, fondato nel 1978 da Jean Michel Arnold e da Jean Rouch con lo scopo di promuovere la diffusione del documentario etnografico, antropologico e sociologico si è trasformato con il passare del tempo, ampliando sempre di più i confini della visione del genere documentario mantenendo sempre comunque un approccio non solo estetico, ma in primo luogo etico e politico.

L’edizione di quest’anno è affidata a Javier Packer-Comyn, nuovo e giovane direttore che ha preso in mano le redini della manifestazione al posto di Marie Pierre Duhamel Müller. Le aspettative erano grandi come indica il trailer stesso del festival: un vecchio edificio di Vancuver pieno di dinamite crolla davanti ai nostri occhi sollevando un’enorme nuvola di polvere bianca. Questa breve sequenza, estratta da un film di Chris Gallagher, vuole puntare sull’importanza del rinnovamento e dell’evoluzione. Abbandonando, infatti, la tradizione di lunga data di dedicare ogni anno una sezione  ad una cinematografia nazionale, quest’anno il Cinéma du Réel ha aperto i suoi orizzonti ad una  geografia globale.

Ad immagine del nostro mondo, complesso, ramificato e multiforme la programmazione, più che un tragitto lineare, propone un viaggio erratico nella galassia ricca e poliedrica del cinema documentario in cui potremo immergerci e vagabondare seguendo degli approcci diversi nella forma e molteplici per i luoghi reali e mentali in cui ci trasportano.  Il programma, visualizzato su un’originale carta geografica dove si formano paesi e continenti nuovi ed inediti fatti di associazioni stilistiche e di attrazioni tematiche, traccia i “Mille luoghi” dell’avventura documentaria.

Le sette sezioni del festival invitano a conoscere le produzioni più recenti raggruppate intorno ai due concorsi, nazionale ed internazionale, e a riscoprire le opere di artisti di rilievo nei diversi programmi  tematici.

Trentasette documentari provenienti da ventidue paesi diversi compongono quest’anno il panorama del Concorso internazionale proponendoci dei soggetti di attualità scottante: inchieste sullo sviluppo industriale e le sue conseguenze, riflessioni sui traumi della guerra, ritratti di gruppi marginali, indagini sul tema dell’identità nazionale. Ne citeremo solo alcuni in via preliminare.

L’argent du charbon del cinese Wang Bing segue il tragitto dei carichi di carbone dalle mine al porto di Tianjin, California Company Town dell’americana Lee Anne Schmitt ci propone un insolito viaggio attraverso le città fantasma abbandonate dalle stesse industrie che le hanno create. Redemption di Sabina Wulff é il ritratto di tre disertori dell’esercito americano rifugiati in Canada, in Creative Chaos: Round One  il libanese Hassan Zbib documenta il suo ritorno fra le  macerie dei villaggi del sud del paese.

Parador retiro di Jorge Leandro Colàs effettua in Argentina un sopralluogo in un vecchio hangar che serve da rifugio a duecento senzatetto di lunga data, Below sea level di Gianfranco Rosi, ci trasporta nel deserto californiano a 35 metri sotto il livello del mare, dove vive una piccola comunità di gente che, per vari motivi, ha voltato le spalle alla società. In Defamation Yoav Shamir realizza un’inchiesta densa e polemica sul senso dell’antisemitismo oggi, infine Malek Bensmail in La chine est ancore loin parte alla ricerca del significato dell’indipendenza algerina fra gli abitanti di un villaggio dell’entroterra.

L’Italia è rappresentata nel concorso internazionale da due film: accanto al già citato Below sea level di Gianfranco Rosi, già premiato alla Mostra del cinema, vedremo Preparativi di fuga di Tommaso Cotronei, un mediometraggio in bianco e nero, senza parole, sulla vita quotidiana, arcaica e quasi fuori dal tempo, di Vibo Valentia, un paesino calabrese.

Un’altra novità di quest’edizione è la sezione dedicata al film sperimentale: Exploring Documentary curata da Nicole Brenez. All’insegna della “disobbedienza tecnica” avremo l’occasione di vedere, fra le opere proiettate, i film di Peter Hutton, grande maestro americano del genere, che gira rigorosamente senza suono trasformando, attraverso l’uso anacronistico della pellicola, l’osservazione dello spazio in una meditazione poetica di rara bellezza.

Nelle sezioni parallele potremo seguire una retrospettiva dedicata al grande documentarista canadese Pierre Perrault e un atelier sullo straordinario lavoro che Denis Gheebrand ha consacrato a Marsiglia, filmando durante quattro anni completamente in solitario i recessi oscuri della  città ed i suoi abitanti.

News from è un appuntamento con una serie di cineasti conosciuti, vicini a festival e al suo spirito, ne fanno parte: Harun Farocki, Gustav Deutsch, Jonas  Mekas.

Mille lieux è una sezione che ci presenta un viaggio soggettivo attraverso una ventina di film invitandoci a riflettere sul movimento dei cineasti nel mondo. La television à l’avant poste ci presenta infine alcune trasmissioni televisive di un passato in cui questo mezzo era in Francia ancora un luogo accessibile ad una rappresentazione creativa e originale del mondo.

Nello stesso spirito di apertura, il desiderio di condividere l’esperienza del festival con un più grande numero di spettatori si concretizza in un’iniziativa che permetterà di vedere in VOD dal 16 al 25 marzo una rassegna dei film in competizione sul sito: www.univercine.com

Vera festa del cinema documentario, il Cinéma du Réel, trasforma per due settimane il Centre Pompidou, in un luogo di discussione, di incontri, di autentici e fruttuosi scambi di idee. A giudicare dalle code, mai viste prima a questa manifestazione, e dalle sale che registrano quasi sempre il tutto esaurito, si può dire, già da adesso, che le novità di quest’anno hanno veramente fatto breccia nel cuore del pubblico.

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