Siamo finalmente entrati nella settimana che porterà a Roma gli Holydrug Couple. Sarà che l’attesa si fa più pressante e che il duo cileno sin dal nome è come se ci inviasse una specie di messaggio subliminale con i sottotitoli a forma di Psilocibina, ma in questi giorni abbiamo la sensazione di essere ripetutamente accerchiati da situazioni e circostanze prossime all’uso della droga. Per puro caso ci siamo imbattuti anche ne La Sostanza, il documentario di Martin Witz sulla storia dell’Lsd ora distribuito anche in Dvd per la Feltrinelli.

Diciamo che se il mondo si dividesse tra favorevoli e contrari al consumo dell’Acido lisergico, il regista svizzero sembra più a suo agio nella cerchia dei primi. Anzi per gran parte del film sembra che Witz miri soprattutto a farci controllare se sull’agenda del nostro telefono ci sia qualche amico con le cattive conoscenze giuste.

Servendosi dei caratteristici filmatini divulgativi anni’50 ripetutamente parodiati anche dai Simpson, La Sostanza parte in sordina riassumendo un po’ le fasi iniziali dei primi esperimenti del grande Albert Hofmann.

Poi prende il largo illuminandosi anche un po’ di luce riflessa delle gesta di gente fuori dal comune come il maestro Timothy Leary o Ken Kesey.

E’ interessante riscoprire come proprio le vicende dell’autore di Qualcuno volò sul nido del Cuculo si leghino a doppio filo con l’Lsd. Lo scrittore statunitense infatti prese ispirazione per il romanzo poi adattato sullo schermo da Forman, soggiornando in una clinica che sperimentava l’uso coatto di certe sostanze sui propri pazienti. Dopo il successo del libro invece Kesey girò per anni gli Stati Uniti promuovendo veri e propri party iniziatici.

Ancora più strabordante l’esperienza di Leary. E’ così eclatante il suo influsso sul costume, la politica e i movimenti dell’epoca che tutta la sua parabola meriterebbe una serie di documentari a parte. Incredibile il fatto di come sia riuscito a far avere ai marines impegnati in Vietnam centinaia di migliaia di dosi di Lsd. Più di ogni altra cosa comunque le contraddizioni del caso Leary sospeso fra legalità, sperimentazione e servizi segreti riflettono perfettamente il bigottismo della società americana che – con la stagione dei grandi raduni lisergici – ha subito una terribile scossa, ma ha anche avuto l’opportunità per ricompattarsi e partire al contrattacco.

Aldilà delle situazioni fuori dal comune e rockeggianti che sono intimamente collegate ad uno stupefacente del genere, il documentario apre anche una finestra scientifica ed etica che meriterebbe molta attenzione. Oltre agli esperimenti che sfioravano il sadismo in ambito militare Witz approfondisce anche gli aspetti che l’uso di certe sostanze ha avuto in psichiatria e tra i malati terminali. Secondo alcuni psicologi intervistati l’uso medico dell’Lsd può avere esiti insospettabili sulla percezione della morte e la territorialità del nostro corpo.

Lavorando sulle aree della mente che annullano il senso dell’IO e stimolando invece quelle che producono gioia l’Acido lisergico ha delle potenzialità in questo ambito di cura del trapasso che il regista non nasconde affatto di voler sostenere.

Witz ha il merito di aver deciso di approfondire argomenti affascinanti, calamitando poi tutta una serie di digressioni che non fanno perdere il filo del discorso, ma che anzi tengono in piedi una costellazione di input e informazioni incredibilmente coerenti.

Considerevole anche il tocco con cui riesce a rendere la carica umana e spirituale dello stesso Hoffman, segnato in modo quasi metafisico dal peso della sua scoperta.

Parafrasando Stanislav Grof, uno psichiatra che interviene nel dibattito, chiudiamo considerando come Witz, con La Sostanza abbia voluto prima di tutto dimostrare come l’uso dell’Lsd non crea esperienze, ma renda visibili esperienze che già esistono. Un po’ come una specie di microscopio per quello che accade nel mondo delle costellazioni. Mostrando con maggiore attenzione anche gli effetti negativi che ha prodotto la molecola scoperta da Hoffman, forse Witz avrebbe potuto realizzare un’opera più equilibrata, ma a livello di intrattenimento il suo è un capitolo assolutamente riuscito e spettacolare su una fase dell’esperienza umana che ora, circondati dagli effetti devastanti della cocaina, pare incredibilmente lontano e sepolto dal tempo.

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3 commenti su “La sostanza, storia dell’ Lsd di Martin Witz

  1. chiunque abbia sperimentato l’LSD è ovviamente a favore del suo utilizzo. Contro questa sostanza straordinaria e complessa (che, non essendo tossica e non dando dipendenza, non è nemmeno corretto definire “droga”) si è avuta nei decenni una campagna stampa vergognosa.

    Ovvio, poi, che non è roba da dare ai ragazzini o usare per semplice “divertimento”: è un potente strumento di esplorazione del sé e del mondo.

  2. Una delle cose più interessanti del documentario è proprio la parte in cui si parla non solo delle campagne denigratorie contro Lsd, ma proprio delle infiltrazioni studiate ad arte nei movimenti di contestazione per appiattire il discorso contro la Contestazione ad una crociata contro le droghe

  3. a me piace che le raccomandazioni di hoffman su questa sostanza sono tanti. non e da tutti il piacere o la straordinaria effetto che puo avere. ti fa fare cose con talento. io personalmente ho esagerato con dose e da 20 anni non sono uscito . e ho subito solo danni pscofisici. che senso ha non pensare come morire? quando la stessa sostanza che agisce nella corteccia pscofisica .

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