QUINZAINE DES RÉALISATEURS

L’ENVOL di PIETRO MARCELLO

Proseguendo il suo percorso intimo ed intransigente di ricerca poetica, fatta d’ingegnosi montaggi e spiagge luminose d’ immaginazione, Pietro Marcello aggiunge con suo ultimo lungometraggio L’Envol, che ha inaugurato la Quinzaine des Réalisateurs, un tassello essenziale alla sua opera adattando in Francese Scarlet Sails, un racconto del russo Alexadre Grine.

Grandioso affresco epocale, L’Envol, c’invita ad entrare nel suo mondo reale e fiabesco attraverso una serie di suggestive, imponenti immagini d’archivio che portano in primo piano il rimbombo minaccioso della prima guerra mondiale. Su questo sipario si staglia la figura del protagonista, Raphäel un uomo grosso, taciturno e gentile interpretato con grande finezza da Raphäel Thierry. L’uomo reduce dai campi di battaglia cerca di ricucire i brandelli della sua vita passata; scoprirà di avere perso la moglie. Ormai vedovo, troverà però una figlioletta, Juliette, (Juliette Jouan), di cui ignorava l’esistenza cresciuta fra le mani premurose di Adaline, la padrona della fattoria, meravigliosamente incarnata da Noémi Lvovsky. Con un tocco magico, realista e fiabesco al contempo la messa in scena c’immerge in un ambiente rurale duro e violento, dove, la poesia emerge proprio dalle mani rozze di Raphäel che sa scolpire il legno come un artista e riesce a riparare un vecchio pianoforte per sua figlia.

Raphäel vuole che Juliette riceva un’istruzione capace di aprirle le porte di una vita migliore in città ma la ragazza non vuole lasciarlo solo. A malapena la vedremo andare da qualche parte, a parte alcune brevi inquadratura di lei che va in treno verso una scuola che non sarà mai mostrata sullo schermo.

Con un miracoloso giro di volta, la seconda parte della pellicola ruota essenzialmente intorno a Juliette, ormai una giovane ragazza, sensibile e caparbia, che sulle note del canto e sui banchi di scuola cercherà di affrancarsi da un destino sociale che sembra tristemente prestabilito. Il tono cupo della prima parte lascia il posto ad una storia d’amore piena d’incanto.

Il film decolla nella sua ultima parte verso il reame favoloso della musica- vicina ed ispirata a quella de Jean Demi- dove accadono miracoli e il principe azzurro cade letteralmente dal cielo su vele scarlatte.

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