Immaginiamo che la maggior parte delle persone che scrivono oggi di cinema in Italia abbiano smesso da tempo di credere nel valore intrinseco e oggettivo del tesserino da giornalsta o nell’importanza degli albi professionali in genere. Nessuno di loro però avrà mai smesso di sperare che un giorno venga istituito una specie di ordine di categoria a parte, o quantomeno un master che avvii alla professione del traduttore in italiano dei titoli dei film comici statunitensi.

Zack & Miri – Amore a… primo sesso (originariamente Zack & Miri: make a porn) fa riflettere in questo senso. Tanto più che ci son voluti ben tre anni di tempo per arrivare a tutto questo – il film è uscito negli Usa nel 2008 – e che Kevin Smith è paradossalmente uno dei registi più apprezzati in circolazione per i giochi di parole e i dialoghi ricercati, senonchè uno dei nostri preferiti in assoluto.

Diciasette anni fa quando uscì Clerks, pochissimo dopo Pulp Fiction, Assassini nati o Ed Wood, è come se un’intera generazione di cinefili avesse avuto la conferma visuale di una mutazione in corso nel cinema mainstream statunitense, proprio mentre Mtv e il grunge stavano a loro volta rivoluzioando i codici di comportamento, consumo e divertimento in ambito più propriamente musicale. In questo senso, l’autore di Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood! sembra esser quello che all’epoca colse e cristallizzò con maggior efficacia un certo tipo di euforia per l’indipendente-ma-di-massa che trasversalmente contagiò tantissimi aspetti della società americana. Sicuramente, da allora, il regista del New Jersey è come se avesse assunto di diritto lo status e il seguito di una sorta di rock band di culto più che di un film maker di medio successo.

La cosa bella è che episodi come questo Zack & Miri – Amore a primo sesso possono anche essere apprezzati a compartimenti stagni: al netto di tutto il curriculum vitae precedente di Smith e di tutti questi nostri sentimentalismi. Anzi rispetto a cose tipo Clerks I o II, dove i protagonisti erano due maschi nerds, qui sono un ragazzo e una ragazza, i bravi Seth Rogen ed Elizabeth Banks, consentendo alla mano micidiale del regista di sbizzarrire l’estro al fulmicotone dei suoi dialoghi nel contesto atavico della battaglia dei sessi. All’interno del set improvvisato di un film porno poi.

Kevin Smith

Come ci ha anticipato il buon Nazzaro, qui la trama è ridotta all’osso. Due inquilini, Zack e Miri, ridotti al lastrico sperano che la parodia hardcore amatoriale di Star Wars (eh si finisce sempre lì) possa quantomeno permettergli di pagare la bolletta della luce, ma il cast improvvisato e gli attori raccattati alla bene e meglio non potranno che complicare le cose. Va detto che almeno per tutta la prima parte le battute sono a ripetizione e fulminanti. Probabilmente farebbero ridere anche se riavvolte all’indietro come i nastri dei Led Zeppelin. Verso la fine, paradossalmente, quando una sorta di svolta sentimentale prende il sopravvento, si cade anche nel volgare gratuito, ma l’esito è veramente godibile e sicuramente molto più frizzante del deludente Clerks II.

Sarà che siamo esterrefatti dai nuovi serial americani tipo Gossip girl, dove l’unico messaggio veicolato sembra quello del lusso e dove si parla per ore e ore di sesso e al tempo stesso si insegue ipocritamente il mito dell’amore perfetto, ma in confronto Zack e Miri è quasi liberatorio, tanto più che per una volta i protagonisti sono in bolletta, puzzano, lavorano in una catena sfigata di Starbucks e sesso lo fanno liberamente e senza vergogna. Erano mesi che non eravamo travolti da così tante citazioni, anche l’eterna Tracy Lords partecipa divertita e cita se stessa. In alto i cuori.

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