Steven Zaillian, sceneggiatore di lungo corso (premio Oscar per Schindler’s List), torna dietro la macchina da presa per tradurre in immagini il romanzo Tutti gli uomini del Re di Robert Penn Warren. È la storia di Willie Stark, zotico della Louisiana di buoni sentimenti e sani principi che, cavalcando l’onda dell’indignazione e avvalendosi di un grande talento comunicativo che miscela populismo e antipolitica, riesce a diventare Governatore dello stato. Una volta accreditatosi come re degli zotici e raggiunto il potere grazie al voto popolare, la megalomania e i metodi non ortodossi prenderanno il sopravvento conducendolo alla messa in stato d’accusa da parte del Congresso. Se la sua abilità gli consentirà di evitare l’impeachment non potrà scampare alle tragiche conseguenze delle sue stesse manipolazioni.

  Liberamente ispirato ad una vicenda vera – quella di Huey P.Long, Governatore dal 1928 al 1935 -, la storia è già stata portata sullo schermo una volta. La Sony ha fatto le cose in grande, dotando il regista di un cast d’eccezione: Sean Penn (nel ruolo del protagonista), Jude Law, Kate Winslet, James Gandolfini, Anthony Hopkins, solo per citare i più noti. La fotografia è curatissima, ma un po’ laccata ed estetizzante, in pieno canone noir. Le musiche sottolineano ancor di più la retorica di cui è intriso il copione. Nelle oltre due ore di montato c’è tempo per alcune risate a denti stretti, e molte altre accidentali in momenti ad "alta drammaticità".

La produzione italiana ci mette del suo con una scelta vagamente razzista, decidendo di doppiare il re degli zotici con un pesante accento meridionale.

Girato nella New Orleans pre-Katrina, è un film pronto a commuovere il pubblico americano, e non solo quello.

Vincerà tanti Oscar.

(questo articolo è tratto da Novamagazine, rivista on line partner di Schermaglie)

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