Che fine ha fatto Theo Anghelopoulos? Continua a fare film, semplicemente, che non arrivano più in Italia. L’ultimo realizzato è La polvere del tempo, passato al festival di Berlino nel 2009, con Willem Dafoe, Bruno Ganz, Michel Piccoli, Irene Jacob, secondo episodio della trilogia dedicata alla Storia. Questo, insieme a Viaggio a Citera, del 1984 e mai distribuito nel nostro Paese, si potranno vedere alla 21ma edizione del Trieste Film Festival. Il maestro greco sarà anche il protagonista, insieme a Claudio Magris, di una conversazione (il 26 gennaio) moderata da Predrag Matvejevic, a cui parteciperanno anche Omero Antonutti e Franco Giraldi. La manifestazione ha in programma più di 130 titoli che saranno proposti dal 21 al 28 gennaio.

Le tre sezioni competitive cercheranno di documentare e interpretare i segnali di tendenza più originali provenienti dai paesi dell'Europa Centro Orientale, a partire dal ricco Concorso Internazionale con 12 opere di fiction in anteprima italiana, provenienti da 17 paesi (molte le coproduzioni). Tra questi c'è Kynodontas (Canino/Dogtooth) di Iorgos Lànthimos, premiato durante la scorsa edizione del festival di Cannes come miglior film della sezione Un Certain Regard, una sferzante e amara riflessione sulla famiglia come istituzione, raccontata con stile grottesco e surreale. Cea mai fericita fata din lume (La ragazza più felice del mondo/The Happiest Girl in the World) di Radu Jude è invece un film sui compromessi e le bugie, sul capitalismo e una riflessione sull'ingannevole linguaggio del cinema. Nel croato Crnci (I Neri/The Blacks) di Goran Dević & Zvonimir Jurić (vincitore ai Festival di Pola e di Cottbus) a tregua siglata una squadra speciale (i Neri) si prepara all’ultima azione sul campo. El Paso di Zdeněk Tyc s’ispira invece a una storia vera, quella di una vedova Rom e dei suoi nove figli, reali interpreti del film, e della sua battaglia per tenere unita la famiglia. Ancora legami familiari in Eastern Plays (Drammi a Est) di Kamen Kalev: due fratelli bulgari divenuti ormai estranei, uno skinhead e uno operaio e artista, sullo sfondo di Sofia. La Storia è al centro di Sturm (Tempesta/Storm) di Hans- Christian Schmid, dove un processo al Tribunale Internazionale de L’Aia contro un criminale di guerra jugoslavo diventa l’occasione, per la pubblica accusa, di scoprire i lati nascosti di un sistema giudiziario, e di Ordinary People (Persone comuni) di Vladimir Perišić, film sulla responsabilità individuale dei crimini di guerra (esordio alla regia presentato alla Settimana della Critica a Cannes e Miglior Film a Sarajevo e a Cottbus). Swinki (Porcellini/Piggies) di Robert Gliński è invece il ritratto di un sedicenne che vuole guadagnare, ma in una piccola città l'unico modo è prostituirsi, scelta fatta anche dalla protagonista di Slovenka (Ragazza slovena/Slovenian Girl) di Damjan Kozole.

La chiusura del Festival è affidata a Fanny Ardant, che all’età di 60 anni esordisce alla regia con Cendres et sang (Ceneri e sangue), di cui ha scritto anche la sceneggiatura: storia di una donna (la popolare attrice israeliana Ronit Elkabetz) che cresce da sola i tre figli dopo l’assassinio del marito e in occasione di una matrimonio torna dopo 18 anni in Romania con loro, scatenando antichi odi fra clan rivali e una spirale di violenze e vendette. Evento di apertura sarà Honeymooons di Goran Paskaljevic, prima coproduzione cinematografica serbo-albanese.

Per informazioni, programma completo: http://www.retecivica.trieste.it/alpeadria

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