FINALMENTE MUJERES! 

Finalmente! Era ora! Non ne potevamo proprio più! Anche in Europa si può sperare in una televisione migliore… Scusate i toni entusiastici, ma la visione di una serie come Mujeres m’ha fatto improvvisamente tornare la voglia di guardare la televisione, quel sentimento di sapore ansiogeno che ti fa precipitare a casa perché vuoi vedere come va a finire, come procede la vita di queste ragazze… ma forse sarà meglio iniziare introducendo le “donne” di cui scrivo. I loro nomi sono Irene, Magda, Julia e Palmira e Susana. Sono le protagoniste di Mujeres la serie tv prodotta da Pedro e Augustin Almodovar e che è attualmente in onda su Raisat Premium ogni venerdì alle 21 (in questo caso la pubblicità è d’uopo). Mujeres vi dicevo… le hanno lanciate come la risposta mediterranea a Desperate Housewives, donne americane, ricche siliconate e non so dirvi altro perché non l’ho mai visto. A me sinceramente non piacciono le pubblicità comparative e meno che mai in questo caso, perché Mujeres e le sue splendide interpreti non sono solo la risposta alla serie americana, sono la risposta a tutto un mondo televisivo e cinematografico che sinceramente mi annoia. Personalmente per lavoro e non per scelta vengo spesso in contatto con lavori televisivi, per Schermaglie.it, e per passione, seguo produzioni cinematografiche di vari generi, ma divertirmi così tanto e commuovermi e stare così attaccata ai sentimenti non m’era mai capitato se non nei film di Almodovar appunto, che raccontano così straordinariamente bene le “stazioni” della vita di una donna. Mi riallaccio ad una affermazione di Piera Degli Esposti, sentita di recente, e la riassumo dicendo che la vita delle donne ha molte più stazioni rispetto a quella degli uomini, ed è per questo, forse, che ne parliamo male o li deridiamo, perché siamo invidiose… loro non conoscono il diventare signorina e il non esserlo più, il sentirsi oggetto di un desiderio che poi scompare, il generare una vita… tutte queste stazioni sono solo ed esclusivamente delle donne e sono a volte difficili da vivere. Ecco alcuni dei sentimenti che fanno parte del magnifico cinema proposto da Almodovar ed ecco alcune sfumature presenti in Mujeres. La leggerezza e la complicità che compaiono vedendo questa serie sta proprio nel senso della realtà che lì si coglie molto più che nei cosiddetti reality… situazioni rappresentate, ma autentiche. La vita di queste donne è assolutamente comune: una vedova, Irene, che deve provvedere improvvisamente a tutti i disastri che possono comparire con la scomparsa di un marito che mandava avanti la panetteria, due figlie, Julia e Magda (quest’ultima in sovrappeso), alle prese con problemi adolescenziali, di lavoro, di ricerca di una propria formazione umana e politica. Una donna in età avanzata, Palmira, un po’ rinco, ma teneramente infantile e un’altra donna, Susana, che ha voglia ancora di piacere e di accompagnarsi con uomini passionali. Ecco parte delle stazioni che sono intimamente presenti nella vita delle donne, dai primi anni dell’adolescenza fino allo sfiorire dell’età avanzata… ciò in cui si resta impigliati guardando questa serie è il garbo e la leggerezza delle loro vite. Per niente eleganti o ovattate, ricostruite in un’ambientazione così vicina ai nostri quartieri periferici, senza mai usare un linguaggio o delle parolacce che non si ritrovi nelle chiacchiere quotidiane. Quando accedi a questa visione entri in casa loro, tra le loro esperienze che non sono per niente lontane da quelle che assapori giorno dopo giorno. Riesci a ridere e a commuoverti, a rivedere i tuoi parenti sulle loro facce e nei loro modi di fare… Le splendide sceneggiature in cui hanno preso forma le mujeres sono scritte da due grandi nomi della televisione spagnola Dunia Ayaso e Félix Sabroso che ne firmano anche la regia. L’umanità di questi registi si legge già da quando li conosci: persone normalissime che si divertono esattamente come la gente comune, che parlano di cinema e del nostro cinema del dopoguerra come di un fenomeno mondiale. Un esempio cui loro sicuramente fanno riferimento: nessuna delle loro attrici (anche se attrici) è bella, o meglio non rientra nei canoni delle star della fiction italiana. Il loro modo di parlare, di vestire, di truccarsi corrisponde ai loro stili di vita, il loro fascino è presente in ogni gesto o espressione…
Una di loro, Inma Cuevas, che interpreta le sedicenne Magda, in un’intervista ha affermato che le è stata data una seconda adolescenza. Per preparare la parte, lei che ha 26 anni, ha riletto i suoi diari e tutte le testimonianze conservate che appartenevano alla sua adolescenza. Ecco, questo è il percorso che svolge ogni spettatore nel guardare quest’opera, la simbiosi della realtà, con tutte le sue facce, dalla più divertente alla più squallida. Le Mujeres siamo noi, le nostre speranze, le nostre abitudini, i nostri modi di pensare, amare e persino piangere. Ripenso a ciò che ho scritto, e sono sempre più convinta che questa serie debba rappresentare un esempio per tutti coloro che lavorano nel mondo delle rappresentazioni. Per tutti coloro che vogliono la leggerezza dell’intrattenimento, ma allo stesso tempo l’autenticità del racconto.

[ottobre 2006]

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