[**] – Bob Wilton, giornalista frustrato, viene lasciato dalla moglie per il direttore del giornale per il quale lavorano entrambi. Per dimostrarle che non è un perdente e per cercare di riconquistarla, parte per la guerra in Iraq come giornalista alla ricerca di uno scoop sensazionale. Poco dopo essere arrivato sul territorio iracheno incontrerà Lyn Cassady, soldato Jedi e monaco guerriero appartenente alla New Earth Army, unità sperimentale dell’esercito americano che ha come obiettivo quello di combattere la guerra con presunti poteri paranormali che ognuno dei componenti raggiungerebbe dopo un periodo iniziatico: i membri dell’equipaggio sarebbero in grado, infatti, di respingere le nuvole o di capire le intenzioni dei nemici grazie alla sola forza del pensiero. Fondatore del bizzarro dipartimento sperimentale dell'esercito è l'ufficiale “illuminato” Jeff Bridges (Bill Django) che è stato in Vietnam da ragazzo e che non vuole assistere più ad un nuovo massacro. Wilton e Cassady saranno i protagonisti di diverse disavventure nel deserto e vittime di attacchi da parte delle forze irachene, anche se ne usciranno sempre vivi.

Melange di tre generi (commedia, comico e guerra), combinazione non nuova (ricorda per certi propositi ideologici Mash di Altman), azzardata e appoggiata su pochi momenti felici della sceneggiatura che non arriva mai però ad un vero punto di fusione dei tre; L'uomo che fissa le capre si basa su una storia vera adattata per il grande schermo sulla base di un libro di John Ronson. E’ la parodia di una società americana fatta di soldati (super)eroi divisa tra paura e patriottismo, guerre coloniali e senso civico, responsabilità e vendette e si propone come demistificazione anarcoide del mito dell’eroico soldato americano. Heslov e Clooney, acclamati con questo film a Venezia, partono con buoni propositi come con il precedente Good night and good luck per restituirci la metafora di un impero americano che si basa sul nulla e che di esso ne fa un modus vivendi. Ma la regia non ha una visione d'insieme coerente fino alla fine del film. Rispetto a Good night and good luck, Heslov e Clooney sono meno pretenziosi e non ci ripropongono le stesse audaci scelte di stile fatte nel 2005. Alcune battute sono divertenti ma la sceneggiatura è discontinua, il cast di attori è eccezionale ma sprecato. Ottime invece le musiche di Rolfe Kent.

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