John Crogan (Owen Wilson) sposa Jenny (Jennifer Aniston) in un giorno freddo e nevoso nel Michigan e da qui inizia la loro vita insieme, fatta di scelte, di bivi dove decidere da che parte andare e sperare di non sbagliare. E così partono per il Sud, per dare inizio alla loro nuova vita a West Palm Beach, Florida, un posto più caldo del freddo Michigan, dove sembra di essere perennemente in vacanza.
Nuova città, nuovo lavoro, nuove sfide. E qui arriva Marley, un tenero cucciolo di Labrador adottato dai Crogan con entusiasmo, magari per rimandare la decisione di avere un figlio. Marley rimarrà tenero cucciolo per poco però, presto diventa infatti un cagnone indisciplinato di quarantacinque chili pronto a fare ovunque disastri. Persino la scuola di addestramento si rivela del tutto inutile, nonostante il piglio militaresco dell’istruttrice signora Kornblutt (Kathleen Turner). La casa dei Grogan diventa un “campo di battaglia” dove tutto può e deve essere distrutto, secondo la logica canina di Marley: divani, cuscini, muri di cartongesso ingeriti e digeriti senza troppi problemi di stomaco!

Io e Marley è un film che incentra la sua attenzione su temi universali come l’amore, il matrimonio, la vita di coppia, le sfide quotidiane, i sogni che in qualche modo vengono sacrificati in nome dell’amore per i figli… Una storia che cerca di avere un respiro si potrebbe dire universale, ma con i limiti che sono quelli di una commedia, senza troppe pretese, che dunque spesso cade in cliches già visti e rivisti, o meglio, visitati e rivisitati da certo cinema americano. Marley non è il protagonista indiscusso del film, questa non è la storia di un cane: diciamo che Marley funge da catalizzatore delle dinamiche familiari dei Grogan, ci dà la prospettiva del mondo e della vita dal punto di vista di un cane e ci dice quanto tutto può essere divertente, comunque. È proprio questa la forza del film, regge perché guardando le “bravate” di Marley si ride tanto, si prova tenerezza, ci si commuove: anche qui un cliché insomma… consolidato! Il regista sa di andare sul sicuro e di colpire dritto nel quotidiano della maggior parte di noi e quindi tutto diventa troppo facile: l’identificazione di chi guarda è assicurata.

Una cosa su cui riflettere però, può essere quanto è importante che chi ci ama, e solo chi ci ama, possa decidere il meglio per la nostra vita e soprattutto per la nostra morte. Amare profondamente un cane che ci ha accompagnati per anni in tutte le nostre scelte e decisioni vuol dire anche capire quando è il momento di lasciarlo andare, per sempre, nonostante il dolore. È buffo pensare che questa semplice regola di vita per noi esseri umani è del tutto messa al bando, cancellata da forme di politica che rendono impossibili altre forme di pensiero. C’è da chiedersi, così, in maniera un po’ “leggera” chi e come può decidere quando la nostra esistenza sia degna di essere vissuta oppure no, per noi esseri umani intendo, alla luce degli ultimi bui avvenimenti che hanno riguardato il nostro Paese. Non credo che il regista di Io e Marley  avesse l’ intento di suscitare questo tipo di riflessioni, ma se proprio ci sforziamo…. Bravi gli attori,  già consacrati nel genere, bravissimo anche il cane!

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