Il film Mars – dove nascono i sogni della giovane regista russa Anna Melikian è una cine-poesia caleidoscopica sui desideri umani. Mars è un piccolo paese sperduto nella Russia dove s’intrecciano i sogni e le vite del pugile Boris, del ladro Grigorij e della giovane bibliotecaria Greta. Boris si è stancato della sua carriera e prende il primo treno che trova da Mosca. Per caso arriva a Mars, la città di Marx, ma anche degli animali peluche che da qui vengono mandati in tutta la Russia. Boris fa amicizia con il giovane ladro Grigorij il quale gli presenta gli abitanti del villaggio. Qui s’innamora della bella bibliotecaria Greta, un personaggio da diva che dipinge le proprie scarpe e si diverte a passare i giorni leggendo, passeggiando e vedendo vecchi film come Casablanca. Anche se Boris alla fine deve tornare a Mosca, l’incontro fra le tre persone cambierà la loro vita irriversibilmente. Alla fine neanche la morte è per sempre, perché i sogni continuano…
Anna Melikian ha una passione per le storie poetiche. Oltre a fare la regista, scrive anche la sceneggiatura dei propri film. Con la favola moderna Rusalka (Sirena), storia dolce-amara di una “sirena urbana innamorata”, ci portava nel mondo caotico ed eccessivo di una metropoli come Mosca e riprendeva alcune contraddizioni del suo paese, come per esempio il contrasto tra ricchezza e povertà. Il film è stato premiato dalla giuria internazionale dei critici cinematografici come miglior film della sezione Panorama all’ultimo Festival di Berlino (2008). “La nostra gente ormai si è stancata dei film d’azione. Oggi il pubblico preferisce delle storie semplici e umane, vuole piangere al cinema e vedere film d’amore. Negli ultimi anni, infatti, dopo una fase di sorprese, effetti high-tech ed attrazioni, il cinema russo si è mosso nella direzione del cinema europeo, ci sono più storie semplici ed umane”, conferma la regista (intervista del 12 febbraio, Planetinterview, Berlino). Anche i film della Melikian dovrebbero far parte di questa categoria. Non raccontano della realtà in un senso documentarista ma sono vere e propri favole cinematografiche, universi poetici di riferimenti lontani dalla realtà. In contrasto a Rusalka, il film Mars – Dove nascono i sogni si svolge lontano dalla capitale, in un luogo tranquillo ma pieno di contrasti: la natura della campagna e l’artificialità dei giocattoli, le case rovinate dell’era comunista e i colori al neon dei nuovi prodotti, del cinema e della moda, le ombre del passato stalinista e le promesse della televisione. La scenografia colorata di Mars sembra come un palcoscenico sul quale in sottofondo si svolge l’incontro fra persone tanto diverse, accomunate dal fatto che vogliono cambiare la loro vita. Sembra che mentre a Mosca la vita continua, a Mars si fermi; mentre da Mosca si fugge, a Mars si arriva per caso; mentre a Mosca la gente vive l’una accanto all’altra come se fossero su pianeti diversi, a Mars i sogni s’intrecciano in un unico universo. In altre parole: la Melikian mette in scena un sogno postmoderno, trasmette la poesia del quotidiano attraverso colori, gesti teatrali e stravaganze umane, anima quell’universo con una ricchezza infinita, quasi schiacciante, di dettagli audiovisivi, colori, oggetti e prospettive. La scenografia, fatta con cura e con fantasia, infatti, è una vera e propria miniera di soluzioni e idee originali. Alcune immagini hanno la forza di rimanere in mente – quel padre arcaico che dopo aver tagliato la coda alla figlia la gira nell’aria furiosamente, la boxe tra gli amanti Boris e Greta o le mele, un leitmotiv del film, che vengono vendute, mangiate, che cambiano colore e che cadono dalle scale del cinema (una scena che per altro fa pensare alle 5.000 palline colorate lanciate dall’artista Graziano Cecchini sulla scalinata di Piazza di Spagna).
Quello che rimane come tema di base di questa storia poetica è l’impulso di fuga e l’incertezza sul futuro: Boris fugge da Mosca, Greta fugge nei libri e sogna di un’altra vita, Gregorij sogna di Greta che però gli sfugge e tutto il film, nonostante pochi riferimenti reali, è una fantasia bella da vedere che però non ci racconta molto della Federazione Russa attuale. “È la festa delle previsioni del tempo”, dice il pugile Boris riferendosi al tempo instabile sopra Mars. Forse questo è il motivo perchè il film non trova un fondo solido a cui appoggiarsi: la Federazione Russa sta cambiando e i suoi registi non sanno ancora cosa raccontare.
“Forse questo è il motivo perchè il film non trova un fondo solido a cui appoggiarsi: la Federazione Russa sta cambiando e i suoi registi non sanno ancora cosa raccontare”.
Proprio così… bisogna che le fondamenta del nuovo potere siano le più fluide possibili, proprio come le sabbie mobili… si galleggia per poter pois comparire per sempre…. Tu potere mi permetti tutto o quasi: questo è il modo di far diventare una mente da critica ad acritica, e quindi di scomparire.